"TUTTUNO" Distinguere per unire. Opere di Lorenzo Marabini dal 2013 al 2021 - Pallavicini 22 Art Gallery Ravenna - 16 gennaio/7 febbraio 2021
Pittura demiurgica alla ricerca di un perimetro di sicurezza - di Annalisa Cattani


Questo percorso di Lorenzo Marabini diventa un rituale di un semionauta alla ricerca di un perimetro di senso tra mondi e modi. Si tratta di un tentativo di aggiustamento, una sorta di ricerca platonica della metà mancante che richiama un amorevole Simposio che si perde e ritrova nella diversità. La tensione è fisica e metafisica al contempo, in modo particolare in "IC­TYS", in cui il dipinto sembra emergere da un mondo che ci trasporta dal minimal al paleocrisitano. Si cerca una catarsi al­l’interno di un’esistenza tragicomica che trova corrispondenze epifaniche per riempire un tempo dilatato nella noia e nell’im­perscrutabile. Profetiche e all’unisono con il nostro attuale distopico esistere che chiude mente e cuore di fronte ad un dive­nire incerto e senza forma o appiglio razionale alcuno.

La ricerca di una combinatoria rivela il tentativo di riordinare, di ricostruire corrispondenze, spazi di condivisione, che diventano catalizzatori di nuovi mondi, che altro non sono che sguardi diversi su quanto ci è dato esperire.
Il linguaggio visivo si fa trasduttore di immersioni visivo verbali che come ogni antifrasi si fanno dispositivi dialettici dai quali iniziare nuovi percorsi narrativi con cui auto affabularsi e affabulare. I giochi di parole che uniscono titolo e pittura in pa­radossali tautologie creano nuovi archetipi, che ci trasportano in un “trance narrativo” che ci pone di fronte ad icone ipnotiche rassicuranti dove mondi lontani ma affini si uniscono per ridare spessore alle cose e riabituarci alla definizione degli uni­versi, recuperati e non implosi nel buzz quotidiano che eccesso di paura e tecnologia ci hanno imposto.
Ogni lavoro contiene condensazioni e spostamenti, che, come ci ricorda Freud nel “Motto di Spirito”, ci connettono direttamente con la parte più profonda e pura di noi, il nostro es, tradito e addomesticato quotidianamente in una uniformante e ordinata corsa verso un doveroso nulla, servito fino allo sfinimento.

E così il “Quaniglio” sembra il tentativo di arrestare la corsa paurosa e impaurita di una selvaticità nobilitata, mentre "iLseparabile”, anagrammato tra animale e gesto di assenso, sembra sottolineare il falso accordo di un lasciarsi amichevolmente, sinonimo di una passionalità che lascia il posto alla compostezza e alle buone maniere, perché l’ardore richiede troppo di­spendio di energie e pensieri.
Non manca il respiro surreale di diversi lavori tra i quali “Make me sober”, dove il sexappeal si fonde con un fuggente atlante botanico che cerca nel naturale e nella bellezza un antidoto ad un ridondante esercizio di stile di un’erotismo che solo nel kitsch trova l’antidoto e la cristallizzazione. Fa eco a questo sentire la “Sardina ballerina” che confonde l’estetica, annullando o amplificando la grazia oltre il confine della leggerezza, per innalzarlo qui alle altezze dello spirito o dello humour? Macchine allegoriche, unità di misure dell’assurdo, agrimensori di un mondo che si fa big bang.

Una nota a parte merita "ICTYS". Un dipinto a polittico che aspira a una dimensione trascendentale fondendo in un tutt'uno la concretezza storica delle radici culturali dell'uomo all'imponderabilità dell'universo che qui si risolve nell'apparente pa­radosso del Figlio di Dio fatto Uomo... ma anche "Pesce": l'immagine del pesce è uno dei più antichi simboli della cristianità ai tempi delle persecuzioni poiché la parola stessa, ictys, nascondeva l'acronimo di Gesù Cristo Figlio di Dio, Salvatore (ΙΙησοῦς Χριστός Θεoῦ Υἱός Σωτήρ - Iesùs Christòs Theù HYiòs Sotèr). Lorenzo Marabini propone qui «una dilatazione se­mantica dell'iconografia tradizionale per gettarci davanti agli occhi un'istantanea drammatica del mondo contemporaneo "ci­vilizzato", tanto refrattario alle connessioni profonde quanto incapace di comprendere anche le relazioni più evidenti tra na­tura umana, vegetale e animale nel contesto di una mutua necessità e di destino condiviso. Ciò che intendo proporre qui - prosegue Marabini - è anche una personale interpretazione dell'invito di Papa Francesco a ripensare noi tutti ad una nuova "ecologia integrale" (Enciclica Laudato si' - introdotta da Carlo Petrini presidente e fondatore di Slow Food): "un invito a una visione integrale della vita, a partire dalla convinzione che tutto nel mondo è connesso". E' quindi necessaria una nuova "'riconnessione' tra l'uomo e il Creato [per] ristabilire un rapporto che si è interrotto"»


"TUTTUNO" - di Lorenzo Marabini

"TUTTUNO" è un'epica personale contemporanea. Metafora dell'esistenza e del viaggio che ognuno di noi compie nell' Universo dove è inevitabile incontrare, durante il percorso, "creature fantastiche" fatte di misteri e amenità, drammi e distrazioni.


«tutto nel mondo è intimamente connesso» - Papa Francesco Bergoglio (Enciclica Laudato si')

«Se è pur vero che la natura umana è diversa da quella vegetale o animale, è altrettanto vero che il contesto in cui l'uomo è inserito

è un sistema fatto di connessioni evidenti o nascote, comprese o misteriose.»

- Carlo Petrini, Presidente e fondatore di Slow Food (introduzione all'Enciclica Laudato si )


"ICTYS" di Lorenzo Marabini 2020, acrilico su tela 160x210h cm (polittico)

Vedi il VIDEO (1 minuto): link esterno (YouTube): https://youtu.be/SMayHxqPZlI