|  RITRATTI   (portraits)|

"I ritratti di Marabini sprigionano un'enigmatica energia che lascia esterefatti, ma nel contempo gratificati. Invero l'intensa luminosità interiore degli sguardi genera nello spettatore un rinvigorente moto dello spirito in una sorta di struggente catarsi."  -  Avv. Guido Grandi, Bologna

La figlia del signor L. (ritratto) - Lorenzo Marabini, 2020 (acrilico su tela, 80x80 cm)

La marchesa (ritratto) - Lorenzo Marabini, 2021 (acrilico su tela, 30x40 cm)

 

Dan - Lorenzo Marabini (acrilico su tela 80x120 cm)

Stellina - Lorenzo Marabini (acrilico su tela, 120x80 cm)

Medusa?  - Lorenzo Marbini (acrilico su tela, Ø 80 cm)

C-FATAL (Annunciazione) - Lorenzo Marabini (acrilico 70x100 cm)

Discobolo - Lorenzo Marabini (acrilico su tela, 300x200 cm, dett)

Ritrattini - Lorenzo Marabini (acrilico su tela 5x7 cm + cornice)

 

my beloved M. - Lorenzo Marabini (acrilico su tela 18x25 cm)

Lorenzaccio da Cervia (autoritratto) - Lorenzo Marabini

(acrilico su tela 100x150 cm, dett.)

Mariella - Lorenzo Marabini ( acrilico su tela 100x70 cm, dett.)

 T . - Lorenzo Marabini (acrilico 100x70 cm, dett.)

 

Individui |

- di Annalisa Cattani

Olio su Teglia - Lorenzo Marabini (acrilico su tela e teglia)

Anche il polo secondario degli oggetti quotidiani che ci circondano entra talvolta prepotentemente in questo sguardo di arcana pratica e rivendica una presenza fisica non filtrata dal mezzo pittorico. E' il caso di "Olio su teglia", umoristico costrutto verbo-visivo che pone un autoritratto su di una pentola, agendo da detonatore ilare, che fa il verso ad un concettualismo di maniera.
Esso tuttavia va oltre, non è un semplice oggetto contemplativo-evocativo, bensì si fa strumento di un gioco linguistico che richiamano il Witz freudiano. Ancora una volta, dunque, ci troviamo di fronte ad una scultura mentale.
Il Witz o motto di spirito, infatti è l'unico momento in cui l'inconscio viene verbalizzato, tradotto in un linguaggio comprensibile e piacevole, senza essere veicolato dal sogno o dal sintomo nevrotico.
Passando da questi linguaggi a quello del motto di spirito si passa, anche involontariamente, dal "non comunicante, al comunicante, dal non necessariamente verbale al verbale" (1), Si tratta di un compromesso che ha fondamento in una tendenza della razionalità adulta di confinare ciò che è tabù all'interno di un certo tipo di linguaggio figurato, a partire dall'infanzia.
Questo compromesso è una fonte di piacere, perché consente al represso di venire a galla in modo indiretto, ma inferibile. Quando l'inferenza viene compresa, si ha lo scarico della risata che permette lo sfogo dell'energia, che era stata compressa al fine di reprimere ciò che non è razionalmente opportuno esternare.
"L'uomo è un 'ricercatore instancabile di piacere' (…) e ogni sua rinuncia a un piacere che ha già goduto una volta gli riesce assai difficile (…). L'umore allegro, sia che sorga per via endogena o che sia prodotto da un tossico, abbassa le forze inibitorie e tra queste la critica, rendendo nuovamente accessibili fonti di piacere sulle quali gravava il peso della repressione" (2).
Dunque "Lorenzo sulla teglia" più o meno coscientemente vuole dirci qualcosa di più, che questa volta scolpisce la sua anima e che possiamo divertirci ad indovinare o a chiedergli. E' forse casuale il richiamo a S.Lorenzo martire, morto arso vivo su di una graticola? Forse che la condizione di artista ti pone tra il mistero della creazione e le aspettative della postproduzione, veicolate da note metafore che si fanno domande: "cosa bolle in pentola?", "ti senti ribollire?"
Come vediamo la pentola non è una pentola, come la pipa non è una pipa per Magritte o la sedia non è una sedia per Kosuth. La pentola diviene un topos, che abbassa lo status di artista da genius loci a scultore dell'io, da poeta vate a individuo, cioè indiviso, in bilico tra normalizzazione e soggettività, tra pubblico e domestico. Sì, domestico e non semplicemente privato, tra nido e collettività, introspezione e relazione. Forse è proprio qui che troviamo maggiormente la profondità di questa ricerca, colta e coraggiosa, che si muove tra le pieghe della storia dell'arte in avanti e a ritroso, non per fondare nuovi maestri, ma per trovare nuovi strumenti di indagine del sé.
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(1) Sigmund Freud, Il motto di spirito, Bollati Boringhieri, Torino 1991, pp.150-151
(2) Ibidem


Vecchiacci - Lorenzo Marabini  (grafite su carta, dim varie)

Sentimenti e passioni che persistono dietro un ritratto
dal settimanale "sabato sera" (Imola, 2000)


Quella che pubblichiamo di seguito è la testimonianza di Lorenzo Marabini, obiettore di coscienza alla Casa di Riposo per Inabili al Lavoro di Via Venturini. Lorenzo ha ritratto alcuni degli ospiti e i suoi disegni sono diventati oggetto di una mostra [...].
Le impressioni e le reazioni delle persone ritratte sono uno spaccato di un mondo che Marabini ha voluto raccontare, testimonianza del successo di una mostra la cui funzione va al di là del suo valore artistico.

"Quando ho iniziato a prestare servizio civile alla Casa di Riposo ammetto che l'impatto è stato tutt'altro che facile. Non è stato facile essere coinvolti emotivamente in un mondo dove la vita ti ricorda quotidianamente e inesorabilmente il suo aspetto più drammatico e inevitabile: la decadenza fisica, la solitudine, l'attesa... Eppure le occasioni di scoprire il persistere dei sentimenti e delle passioni non sono mancate. Tante volte, anzi, diverse manifestazioni di gioia e di entusiasmo mi hanno sinceramente sorpreso. Come costruttive mi sono parse certe fragorose risate o certe o considerazioni autoironiche che non hanno celato altro che una saggezza ormai, credo, dimenticata...
La possibilità offertami di esporre i ritratti di una trentina di ospiti, si è rivelata un evento ricco di inaspettate e piacevolissime reazioni: ho visto sorrisi per la sorpresa di riconoscersi "esposto" in una certo inconsueta "galleria"; ho avvertito l'inestimabile valore della riconoscenza di chi forse non è più abituato ad essere oggetto di attenzione di qualcun altro ed ho assistito anche, perfino, alla toccante commozione di altri. Ho cercato di dare un contributo personale al servizio Civile a cui sono stato destinato." Lorenzo Marabini